Ritmo

Spunti tratti da “la scuola materna steineriana” – documento redatto dall’Associazione Sole Luna Stelle

Vogliamo, in questo contesto, dedicare uno spazio al concetto di ritmo, considerato uno dei cardini della pedagogia steineriana e che assume rilievo particolare anche per l’aspetto del rapporto bambino/educatore.

La vita nelle sue manifestazioni è ritmo. Il susseguirsi delle stagioni nel corso dell’anno, delle settimane nel corso dei mesi, delle ore nel corso del giorno, producono il respiro della natura.

Un tempo l’uomo era spontaneamente legato a questi ritmi e la sua vita scorreva scandita da eventi speciali: le feste!

Lo sviluppo della cultura porta un allontanamento dell’uomo dalla natura e dai suoi ritmi, affinché egli si sviluppi in autonomia e libertà.

Il bambino piccolo possiede solo in potenza le caratteristiche dell’uomo adulto e l’educazione ha il compito di risvegliarle gradualmente, in accordo con le fasi di sviluppo, per non produrre traumi ritardanti o anticipi bloccanti.

Il ritmo è vita, il ritmo è respiro. Il bambino viene al mondo e impara a respirare fisicamente e lentamente anche in modo più sottile.

Il linguaggio articolato nasce dalle graduale padronanza che il bambino acquista sul flusso d’aria, che inizialmente si manifesta come pianto.

Quindi ciò che esprimiamo come linguaggio, dalla ninna nanna, alla filastrocca, alle conte, ai girotondi, alle recite, al teatrino, nutre e rafforza la sfera del ritmo fin nel fisico del bambino.

Il carattere di quest’attività di parola-ascolto è connotato dalla ripetizione nel tempo, che da un lato permette al bambino l’acquisizione del patrimonio linguistico in una maniera naturale e giocosa, dall’altro potenzia, attraverso le competenze acquistate ed espresse quotidianamente nella recita corale di canzoncine e filastrocche, il senso di sicurezza del bambino stesso.

Il ritmo si da anche nell’alternanza di attività di concentrazione, dove il bambino e concentrato su di sé nella realizzazione di un’attività, ed espansione, dove è libero di giocare con i suoi compagni e di aprirsi, per così dire, al mondo. In questo caso il ritmo, nella sua alternanza di raccoglimento in sé e di ricerca e accordo con l’altro, diventa fondamento della vita sociale.

Educare i bambini nel ritmo potrà avere influenza sulle loro capacità sociali future.

Dipende dall’educatore trovare il giusto ritmo, cioè il giusto rapporto tra la diversa qualità delle attività nel corso della giornata.

 

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