Come educano i propri figli Steve Jobs&Co…? E perché?

Ecco il link ad un interessante articolo sul Messaggero su nuove tecnologie ed educazione.

Può infatti capitare di sentire genitori tacciare come “retrò” le attività che si svolgono nelle scuole Steiner-Waldorf.

Già dalla primissima infanzia, in vista di un uomo “cittadino del mondo”, desidera per il proprio piccolo un ambiente di apprendimento tecnologico e “moderno”.
L’asilo che segue l’approccio steineriano, luminoso e caloroso come una vera casa, con giochi semplici in materiali naturali e le sue attività, tratte da esperienze di vita reale, quali panificare, cucire, tessere, disegnare e dipingere con mattoncini in cera naturale, acquarelli e pennelli professionali anziché pennarelli, ascoltare fiabe tradizionali narrate a voce dalla maestra, cantare e recitare poesie e filastrocche seguendo la viva voce dell’insegnante e non supporti audio-video, vengono viste come antiquate, inutili e persino troppo “morbide e belle” in confronto a ciò che poi bambino troverà là fuori, nel mondo.
Ma… siamo sicuri che solo ciò che in superficie appare come “moderno” sia davvero funzionale agli obiettivi che vogliamo raggiungere?
Siamo sicuri che abituare un bambino a relazioni fredde, a situazioni di estraneità e disagio, ad ambienti grigi, caotici ed impersonali, lo rafforzi e lo renda più abile ad affrontare le sfide future?
E se invece gli strumenti educativi davvero moderni e all’avanguardia per l’infanzia non fossero necessariamente legati alla tecnologia e allo spinto e precoce intellettualismo?
E se trascorrere un’infanzia con meno traumi possibili, rafforzando non il senso di rassegnazione e frustrazione, bensì la fiducia nel mondo e in se stessi, la convinzione di poter agire e realizzare, la visione positiva delle cose, strutturasse personalità più forti, reattive, creative, attive, in grado di rialzarsi dopo ogni caduta?
Se proprio l’educazione del futuro, all’avanguardia, per favorire il sorgere e lo svilupparsi dell’intelligenza, della capacità logica ed espressiva, prendesse le prime mosse dalla capacità di “saper usare le mani”, di creare situazioni di gioco complesse partendo da unità semplici e poco definite e mettesse al centro la sana relazione, creando nel bambino l’associazione mentale dei primi apprendimenti a situazioni di benessere, gioia e bellezza?
Le contemporanee scoperte scientifiche vanno in questa direzione. E sempre più persone nel mondo, di cultura elevata, di concreto successo, perfettamente al passo con i tempi, non certo vani sognatori o sconclusionati idealisti, fanno scelte in tal senso.

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